Cosa fare nell’Emilia Romagna

Se questa è la domanda la risposta è molto semplice: praticamente tutto. Dipende unicamente da quanto tempo desideri passare in queste due regioni sorelle.

Se hai a disposizione un’unica giornata potresti decidere di recarti nel capoluogo, la Bologna generosa e gentile, dotta e innamorata della tradizione quanto dell’innovazione, dalla tavola abbondante condita di musica sapiente, dagli scorci gustosi e romantici. Ti si offre la possibilità dell’incantevole ed unica camminata sotto i suoi portici infiniti, dalla Basilica di San Petronio, al centro della città, su in alto, fino al Santuario di San Luca. Lentamente, assaporando luce, luoghi e panorami, la sgambata ti catapulta nel cuore dell’Emilia Romagna vera e sincera, impossibile abbandonarla, se vuoi andartene dovrai promettere, a te stesso, di ritornare molto presto.

Da Piacenza a Rimini corre la Via Emilia di romana memoria, puoi scegliere di percorrerla in auto, comodamente e senza fretta, e fermandoti, seguendo l’ispirazione del momento, andare alla scoperta dei segreti di queste regioni.

La leggenda narra che, per identificare esattamente dove finisca l’una e cominci l’altra, passata Bologna, allungandosi verso il mare, occorre fermarsi e chiedere ristoro, di tanto in tanto, ai fattori e, quando questi smetteranno di offrire fresca e corroborante acqua e gentilmente mesceranno del buon vino, albana, trebbiano o lambrusco, eccoti arrivato nelle ubertose terre di Romagna. Se avrai la pazienza di risalire le dolci colline, oltre a respirare aria buona, visitare borghi e paesi dal sapore medioevale, immergendoti nei boschi generosi di castagne e funghi, potrai scoprire che la piadina, che ha nutrito da sempre gli abitanti, curiosamente nasce grossa quasi un centimetro a monte per assottigliarsi via via che si srotola fino a raggiungere il mare, senza mai perdere gusto e sapore.

Il paesaggio cambia a seconda della stagione nella quale affronti il tuo viaggio. La primavera è una febbrile esplosione di colori ed odori, la luce nuova accarezza il grano che ancora cresce, solletica i fiori sulle piante da frutto, i giardini svestono il manto invernale e anche gli uomini cominciano a scoprirsi.

C’è voglia di stare all’aperto, godersi le giornate e condividere. La bicicletta, mai dimenticata in queste zone, diventa ancor più protagonista, fai attenzione ai ciclo amatori mentre percorri le strade di pianura, i tornanti montani e le vie delle città, rallenta, sorridi e non crucciarti se non pedalano tutti in fila, non c’è fretta, anche questa è Emilia Romagna.

Poi arriva l’estate e la costa moltiplica i suoi abitanti. L’ospitalità tutta romagnola affascina e coinvolge, il gusto dell’accogliere è innato e contagioso. Lidi per le famiglie, per i ragazzi, per gli adulti, mare, sabbia e ombrelloni per tutti i gusti. Serate danzanti al ritmo del liscio o dei balli dal sapore sud americano, nottate agitate in discoteca a tirar mattina fino all’arrivo dei caldi bomboloni.

Parchi a tema, gite nell’entroterra, una puntatina fuori dal Paese a scalare il Monte Titano per arrivare fino a San Marino, il divertimento è assicurato anche a riposar le stanche membra seduti nella hall dell’albergo fra una chiacchiera, una risata, una partita a carte e un bicchier di vino.

Finirai con l’interrogarti su cosa ti piace di più. Non si tratta solo di scegliere fra cappelletti e tortellini, lasagne o passatelli, castrato o mortadella, cotechino e zampone, la tavola è molto, ma non è tutto. In questo caso ti chiedi se l’incredibile z di Romagna sia più accattivante della r arrotolata di Parma, se l’impossibile s di chi è nato di qua sia meglio del ritmo simpatico della parlata di chi invece ha lanciato il primo vagito di là. Devi sicuramente approfondire prima di decretare il tuo personalissimo vincitore.

Ecco l’autunno e le giornate si accorciano, il mare torna al ritmo naturale, è tempo di gustare le ultime sagre, i frutti dimenticati, le castagne, ammirare i fiori all’occhiello naturalistici come il Delta del Po, il Parco della Vena del Gesso, il Monte Falterona e Campigna, ottima per il barbecue di fine stagione, non puoi nemmeno perderti le Valli di Comacchio con degustazione delle famose anguille. Devi farti una scorpacciata di città d’arte, l’impronta bizantina a Ravenna, poi la tomba di Dante, il capanno di Anita, seguiti dal Castello dei Manzoli a San Martino in Soverzano, il Castello Esetense a Ferrara, il famoso Palazzo dei Diamanti, l’Abbazia di San Mercuriale a Forlì e la Rocca Malatestiana a Cesena.

L’nverno ti raggiunge un’altra volta a Bologna, mentre ammiri le Due Torri e la Fontana del Nettuno senti il bisogno di cercare riparo in un’osteria, un bicchiere di vin brulé ti riscalda lo stomaco e rinvigorisce l’umore.

La visita al Palazzo Ducale di Modena, ammettilo, è stata solo una scusa per arrivare fino al Monte Cimone e cimentarti sulle sue piste ben innevate. Che magica l’Emilia Romagna, dalla neve all’acqua salata in un battito di ciglia.

Tolti gli scarponi a Reggio Emilia è d’obbligo passare per la Sala del Tricolore, sentirsi orgogliosi di essere italiani e raggiungere Piazza San Prospero. Sulle ali dell’entusiasmo arrivi a Busseto e sotto la statua di Giuseppe Verdi cominci ad accusare la stanchezza del lungo peregrinare. Pensi alla cena che ti attende, zuppa imperiale, misto di arrosti e per concludere ciambella e Vin Santo e già ti senti meglio.

Manca solo Palazzo Farnese a Piacenza e pensi di avercela fatta.

Ancora però non sei soddisfatto, senti che manca qualcosa. Ricordi, volevi ripercorrere le orme di Peppone e Don Camillo, Fernandel e Gino Cervi al soldo di Guareschi, devi raggiungere Brescello e aggirarti per il Museo con il sorriso divertito di quando eri bambino.

E’ ora di andare, ma ancora non sei convito, manca qualcos’altro, il fuoco di questa gente, la passione invincibile che si incanala e diventa genio, potenza, italianità. Mentre ragioni cercando di trovare il bandolo della matassa un attimo di inaspettato silenzio ti stupisce, nessuno parla, son tutti usciti, poi ti accorgi, con un attimo di ritardo, perché nelle tue vene ancora non scorre abbastanza il sentimento di questa terra, che una musica forte si ode in lontananza, si avvicina e il tuo cuore canta, al ritmo indiavolato dei pistoni. Per fortuna il semaforo è rosso e il bolide fiammante, obbligatoriamente rosso, si ferma per farsi ammirare, annusare, invidiare.

I motori, la velocità, il grasso sulle mani, gli infiniti discorsi sui modelli, i percorsi, i campioni sono parte integrante dell’Emilia Romagna. Un rombo, una sgasata, qualche frenata, coinvolgono più di una finale mondiale. Misano, Imola, Maranello, Fiorano con Ferrari e Ducati nutrono la popolazione di storie vincenti, di duro lavoro e risultati, forse era questo che ancora aspettavi.

Sei arrivato al traguardo, ora sai cosa fare nell’Emilia Romagna del ventunesimo secolo, puoi semplicemente passare, divertirti, prendere un ottimo pasto in compagnia, rilassarti sul lettino in riva al mare, affrontare l’avventura dell’entroterra, storico o naturalistico, assistere a un gran premio, farti un giro in bicicletta, danzare sulle note dei Casadei o ammirare i tanti cantautori che la terra e il sole hanno aiutato a maturare, oppure puoi fermarti e diventare uno di noi, senza dover decidere se sia meglio l’Emilia o la Romagna, perché le due stanno troppo bene assieme.